Stanchezza cronica e un generale nervosismo che affliggono una persona possono nascere da disordini psichici e causare un’affezione generale del sistema nervoso. Si può, in questo modo, arrivare ad accusare vari livelli di disagio e sofferenza che spesso sottendono conflitti irrisolti. Sono sintomi importanti che riguardano il tentativo di una soluzione individuale ad un problema generale che però non riesce.
In questa situazione diventa importante mettere in relazione e a confronto i conflitti tra le pulsioni, l’ambiente e il tempo che la persona vive. Pertanto sarà utile l’esplorazione di quella parte che denominiamo incoscio.
Tuttavia la psiche inconscia non si lascia eplorare direttamente e resiste alla volontà della nostra intenzione: l’inconscio, per definizione, è inconscio e perciò inaccessibile. Possiamo solo avere a che fare con i prodotti consci che scaturiscono da quell’area che abbiamo appunto imparato a chiamare inconscio, ovvero il territorio delle “rappresentazioni oscure”. La psiche inconscia, la cui natura ci è totalmente ignota, si esprime sempre attraverso la coscienza e le sue modalità di atteggiamento. Spesso chiamiamo l’inconscio “il nulla”, e invece esso è una “realtà in potenza”: il pensiero che faremo, l’azione che compiremo, lo stesso destino di cui ci lamenteremo domani, sono già presenti inconsciamente oggi.
Anche la coscienza non si lascia facilmente definire ed è altrettanto una cosa strana: è come un fenomeno intermittente con andamento ciclico tra luce e oscurità. Forse più della metà della nostra vita trascorre in condizione di incoscienza. La nostra primissima infanzia è inconscia. Ogni notte sprofondiamo nell’inconscio, e soltanto nelle fasi tra la veglia e il sonno abbiamo una coscienza più o meno lucida. E fino a che punto lo sia, non è nemmeno del tutto chiaro. Come si può notare una cosa è intrecciata nell’altra e il confine è veramente labile. Tuttavia si può dire senza sbagliare che l’autonomia dell’inconscio comincia là dove nascono le emozioni. Le emozioni bagnano la terra della coscienza rendendola viva e ricca di significato. Invece le emozioni che non possono raggiungere la spiaggia della coscienza ricadono nell’inconscio e da qui invadono e stimolano il sistema vegetativo. In relazione alla quantità di stimolazione si possono avere diversi gradi di afflizione a livello nervoso e somatico.