Le fobie sono considerate di gran lunga le più comuni tra i disturbi d’ansia.
Possiamo dividerle nelle seguenti principali categorie:
agorafobia, claustrofobia, fobia specifica di tipo situazionale o secondo il contesto ambientale e fobia sociale.
Alla base di questi disturbi abbiamo l’emersione di pensieri proibiti provenienti dall’inconscio che potrebbero portare a una ritorsione punitiva.
Viene quindi attivato un segnale d’angoscia che con un suo meccanismo porta allo spiegamento di specifiche difese, come lo spostamento, la proiezione e l’evitamento.
Tali difese sono un tentativo, purtroppo fallimentare, di aggirare l’ansia rimuovendo i pensieri proibiti e in questo modo, alla fine, il prezzo che si paga è una nuova nevrosi, ovvero la nevrosi fobica.
A questo punto la qualità del pensiero viene inquinato da paure molto diverse e che persistono anche in assenza dell’oggetto della paura. Infatti è sufficiente solo il pensiero dell’oggetto minaccioso che si solleva l’angoscia. Tipici sono l’ossessione fobica delle malattie, dei microbi, della sporcizia.